L’algoritmo di Linkedin ti amerà se… …non seguirai i consigli altrui! Ognuno s‘è fatto la sua esperienza, e ciò che ha funzionato per lui/lei nella maggior parte dei casi NON funzionerà per te. L‘unica strategia che ha sempre funzionato per tutti, e per davvero, è: osservare le esperienze altrui; ↓ prendendo spunto; ↓ rielaborandole in qualcosa di TUO. Chi è emerso, è chi ha trovato un proprio stile comunicativo. Dando vita ad una nuova voce, unica: la sua. Con questo non sto dicendo che le persone che segui ti stiano dicendo per forza delle bufale, ma che i loro consigli si basano solo sulla LORO esperienza e su quella del LORO parco clienti. Quindi, per te, sono solo esempi. TU SEI TU. Se, ad esempio, investi in un video corso o in un percorso di gruppo, sarà difficile che ti aiutino a lavorare esclusivamente sul tuo caso. Almeno che tu non sia veramente proattiva/o e abbia compreso i passi sopra: ovvero che devi saperti arrangiare, provando e riprovando, finché non trovi la via. Ma è difficile trovare personalità con così tanta pazienza, costanza e perseveranza. Ma soprattutto è difficile trovar persone che dedichino attivamente così tanto tempo a loro stesse. Ecco perché esistono i percorsi 1-on-1: per lavorare SOLO sul tuo caso. Tu come hai lavorato sino ad oggi? Sei riuscita a trovare la tua voce?

Non stiamo parlando di un “problema” che 𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐠𝐢𝐨 – e in ginocchio – la maggior parte dei personal brand che devono comunicarsi per diffondersi più velocemente con l’obiettivo di trovare clienti. Ho messo le virgolette sulla parola problema perché in effetti non lo è per tutti un problema, seppur sia la percentuale minore. Il problema di cui sto parlando è 𝐢𝐥 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐫 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 ancor prima, e ancor di più, di quello che facciamo. Mi spiego meglio. Chi come me ha iniziato a lavorare e comunicare online intorno agli anni ’10, ha vissuto la rivoluzione digitale e ha costruito il proprio brand basandosi esclusivamente su una comunicazione che esplorava e approfondiva esclusivamente argomenti basati 𝐬𝐮 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐯𝐚𝐦𝐨. La nostra persona la scoprivi nel momento in cui entravi effettivamente in contatto con noi. Oggi no. Oggi se vuoi sperare di avere successo, quindi se vuoi costruirti un brand, una reputazione, una credibilità, ma soprattutto avere una diffusione, 𝐝𝐞𝐯𝐢 𝐚𝐧𝐳𝐢𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚/𝐨. Quindi comunicare il personale (non il privato eh, quella è un altra cosa), facendo in modo che le persone ti apprezzino come essere umano per le tue abitudini e opinioni ancor prima della tua professione, esperienza e conoscenze. Ciò ha portato questi personal brand (persone) a: non capire più come vendersi; vendere meno; vivere una continua sensazione di instabilità; disorientarsi; chiudere le proprie attività; credersi sbagliati; sentirsi a disagio. E il disagio che si viene a creare i

La strategia è 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐯𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐭𝐚. La visione è 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐭𝐚. Sempre più spesso e volentieri mi trovo a ribadire che ci soffermiamo troppo sulla strategia e troppo poco sul 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞. Non sul dove vogliamo arrivare. Quello rientra negli obiettivi. Oggi voglio fermarmi un passo prima: sul dove vogliamo andare. Spendiamo centinaia di ore in percorsi e videocorsi di crescita personale, di comunicazione, di marketing, di business, con l’obiettivo di prepararci a cannone, e in un mese non investiamo 10 ore del nostro tempo nella costruzione di una (nostra) strada per raggiungere il punto B dal punto A. A cosa serve sapere tutto se poi 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐫𝐜𝐢 e non abbiamo idea di chi siano le persone interessate a tutto ciò che abbiamo imparato? Lavoriamo prima sulla nostra visione, concretizziamola. Poi, solo poi, concentriamoci sulla strategia.

La maggior parte dei contenuti che girano sui social 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢𝐥𝐢. Sono privi di personalità, di esperienza personale e di investimento verso il destinatario. E non è una questione di saturazione, perché c’è sempre spazio per chi investe nel proprio target sfruttando 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐞 𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐞 𝐢𝐝𝐞𝐞 con paziente e costante strategia. Prima di pubblicare, ad esempio, non dobbiamo bloccarci chiedendoci “𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑙𝑜 𝑎𝑣𝑟𝑎̀ 𝑔𝑖𝑎̀ 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑜?” ma dobbiamo motivarci dicendoci “𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑙𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑔𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑒𝑠𝑝𝑒𝑟𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒, 𝑝𝑒𝑟 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑑𝑎 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖”. Ogni argomento è già stato trattato. Ma nessuno lo conosce 𝐝𝐚𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚.

È in atto una 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚. Nonostante l’estate e le imminenti vacanze, le persone investono in modo importante nella formazione di se stessi. Non ho ricordo, infatti, di un luglio così intenso in termini di consulenze. Confrontandomi con colleghi e con gli stessi clienti, il punto comune è che le persone non vogliono più 𝐟𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐭𝐞 a settembre, quando ripartirà il vero anno lavorativo. Nonostante l’instabilità che ci circonda. Te ne eri accorta/o anche tu?

Quando inviamo messaggi conoscitivi non dobbiamo (e non possiamo!) pretendere 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐦𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐚 dal nostro destinatario. Ma soprattutto non dobbiamo (e non possiamo!) pressarlo a poche ore dall’invio dello stesso messaggio, perché il risultato che ci verrebbe restituito sarebbe certamente 𝐧𝐞𝐠𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨. E il nostro brand non ne gioverebbe. Ovviamente.

Sui social le persone ti seguono 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐢, non per ciò che vendi. Solo nel momento in cui ti concentrerai di più sul fare gruppo (community) inizierai a notare un progressivo innalzamento di interesse verso chi sei, cosa fai e cosa vendi. Il segreto è non avere fretta, armarti di perseveranza e costruire una strategia che miri esclusivamente al 𝐜𝐨𝐢𝐧𝐯𝐨𝐥𝐠𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨. Il quale inizierà a immedesimarsi con ciò che dici e, successivamente, arriverà a seguirti. Quando acquisterà? I dati ci dicono che (in media) ci vogliono 𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐨 𝟑 𝐦𝐞𝐬𝐢 di costante coinvolgimento prima che arrivino a convincersi ad investire su di te. E le tempistiche, ovviamente, variano in base al peso economico dell’investimento e alla piattaforma dalla quale comunichi, quindi potrebbero anche triplicarsi in caso tu vendessi servizi high ticket attraverso LinkedIn. Lavora sul coinvolgimento. Lavora per raggiungere più persone.

Se si parla di branding personale essere diversi non è solo un’opzione, è una necessità. L’originalità è ciò che attira l’attenzione e costruisce una connessione autentica con il pubblico. La normalità offre una sicurezza apparente ma può diventare un limite. Essere simile a tutti gli altri significa confondersi nella massa. Per emergere, devi abbracciare ciò che ti rende unico, anche se può sembrare rischioso o controcorrente. Ricorda che i brand più forti sono quelli che non temono di essere diversi. Il primo passo per abbracciare la tua unicità è conoscerla. Prenditi del tempo per riflettere su ciò che ti distingue: le tue passioni, le tue competenze uniche, i tuoi valori e le tue esperienze di vita. Questi elementi sono i mattoni del tuo brand personale. Chiediti: “Cosa posso offrire che nessun altro può?” La risposta a questa domanda è il cuore del tuo brand. Essere diversi richiede coraggio. Il coraggio di essere vulnerabili, di mostrarsi autentici e di non conformarsi alle aspettative altrui. Questo coraggio è ciò che ti permetterà di costruire un brand personale che risuoni profondamente con il tuo pubblico. Le persone sono attratte dall’autenticità e dalla genuinità. Non avere paura di mostrare i tuoi veri colori. Una volta che hai identificato ciò che ti rende unico, è essenziale integrarlo in ogni aspetto del tuo brand personale. Dalla tua presenza online alla tua comunicazione quotidiana, ogni interazione dovrebbe riflettere la tua unicità. Usa il tuo stile personale, la tua voce autentica e le tue prospettive uniche per distinguerti. Non cercare di piacere a tutti; focalizzati invece su costruire una connessione forte con coloro che apprezzano la tua diversità. Quando abbracci la tua unicità, non solo attiri l’attenzione, ma ispiri anche gli altri a fare lo stesso. La tua audacia diventa un esempio per chi ti segue. In un mondo dove molti si sentono costretti a conformarsi, vedere qualc

La maggior parte delle persone e delle aziende investono tutto nel raccontare la propria storia. La nostra storia è indubbiamente potente, ma 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐥𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 lo è ancora di più. Dobbiamo dunque investire nel raccontare la nostra storia in modi che risuonino veramente.

Viviamo in un mondo dove i titoli, le posizioni, le etichette e i numeri spesso prendono il sopravvento. Ma riflettiamo un attimo: quante volte ricordiamo il titolo di una persona rispetto all’impatto che ha avuto su di noi? La verità è che i titoli sono solo parole, mentre le esperienze sono vissute e ricordate. Ecco 5 semplici motivi: 1. Le esperienze sono la linfa vitale del tuo brand personale. Sono ciò che ti distingue in un mare di titoli e qualifiche. Ogni interazione che hai, ogni progetto che gestisci, ogni problema che risolvi, contribuisce a costruire la percezione che gli altri hanno di te. Non importa se sei un manager, un freelancer, o un CEO – ciò che conta è l’impatto che hai sulle persone con cui interagisci. 2. Le esperienze memorabili nascono dalle connessioni emotive. Le persone ricordano come le hai fatte sentire. Che tu stia presentando una proposta, risolvendo un conflitto o semplicemente condividendo un caffè con un collega, il modo in cui ti comporti e interagisci lascia un’impressione duratura. Ascolta attentamente, mostra empatia e sii presente – questi elementi sono fondamentali per costruire relazioni autentiche. 3. Le storie sono potenti strumenti di comunicazione. Una buona storia può trasmettere valori, insegnare lezioni e ispirare azioni. Le esperienze che hai vissuto, le sfide che hai superato e i successi che hai raggiunto formano la base delle storie che puoi raccontare. Queste storie non solo arricchiscono il tuo brand personale, ma creano anche un legame più profondo con il tuo pubblico. 4. L’autenticità è la chiave. Non cercare di essere ciò che pensi gli altri vogliano vedere. Sii te stesso, con tutte le tue peculiarità e le tue imperfezioni. Le persone apprezzano l’autenticità e sono più propense a connettersi con te se sentono che sei genuino. Inoltre, mantieni la coerenza tra ciò che dici e ciò che fai. La coerenza costruisce fiducia, un elemento essenziale per un brand pers

Non vendere più i tuoi servizi ↓ I tuoi potenziali clienti non vogliono da te un servizio, ma una 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞! Hai presente gli spot natalizi della Bauli? Non ti stanno vendendo il panettone ma un momento di serenità con la tua famiglia. Hai presente gli spot della RedBull? Non ti stanno vendendo la bevanda ma l’adrenalina. Hai presente gli spot dell’iPhone? Non ti stanno vendendo il telefono ma un’appartenenza sociale. La trasformazione non è altro che ‘𝐢𝐥 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨’. Dunque, d’ora in poi, quando andrai a proporre il tuo servizio alla tua audience, ricordati di far leva sul desiderio (la trasformazione che raggiungeranno acquistando il tuo servizio).

Ora dirò una cosa che non piacerà a chi è fissato con la crescita professionale, in particolare a chi cerca la scalabilità a tutti i costi: imprenditorialmente, tanto quanto umanamente, credo che il giusto approccio sia quello di 𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐞. Perché mantenendo una mentalità da principiante cogliamo l’abitudine di imparare con umiltà, mantenendo fresco il nostro approccio al lavoro e alla vita.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐨 𝐟𝐚𝐢 𝐭𝐮 è più impattante di come andrebbe fatto ↓ Quando stai per comunicare qualcosa che sai essere importante per la tua audience, mettici dentro sempre la tua esperienza. Questo vale per qualsiasi tematica, che sia di carattere tecnico o riflessivo non ha importanza: tu dì loro 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐨 𝐡𝐚𝐢 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨/𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐭𝐮. Descrivi ogni passaggio, partendo dal problema sino alla sua risoluzione, non tralasciando mai tecniche e strumenti chiave. Ho a che fare ogni giorno con contenuti dei più svariati settori, quindi ho una quantità di dati notevole su cui ragionare, e uno degli elementi che 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚 𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐚 (o meno) di tutti questi, è proprio l’esperienza personale. Dire come lo hai fatto tu rende in qualche modo il messaggio 𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐧𝐭𝐞 e, soprattutto, porta le stesse persone a 𝐢𝐦𝐦𝐞𝐝𝐞𝐬𝐢𝐦𝐚𝐫𝐬𝐢 (magari anche nel traguardo raggiunto). Non di meno crea nella tua audience un 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 per esserti esposto col fine di aiutarli che aumenterà in loro la 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 del tuo brand personale. D’ora in poi non tralasciare mai più questo aspetto nei tuoi contenuti: 𝐝𝐢̀ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐨 𝐟𝐚𝐢 𝐭𝐮. Prova almeno 5/6 volte e poi torna qui per farmi sapere come vanno i tuoi contenuti… 😉

Ci sono marchi che non abbiamo mai preferito ad altri un po’ per abitudine e un po’ per i loro valori che non ci rappresentano. Poi un giorno capita che il tuo fidato rasoio elettrico che usi per rasarti la testa dopo tanti anni si rompa e che sul mercato non ci sia più, ma noti che in commercio ne esistono tanti altri simili di marche di cui non sapevi neanche l’esistenza. Allora ti informi, leggi le varie caratteristiche e recensioni sui vari eCommerce, fino a scegliere quello che credi essere il più adatto a te ma di cui non conosci la marca. In questi casi i nostri valori e quelli del brand non fanno gioco forza su noi stessi perché fino a 1 minuto prima eravamo perfetti sconosciuti. Cos’è, allora, che ci porta alla decisione finale? Ciò che ci porta alla decisione finale è l’influenza esterna. O meglio, l’esperienza di altre persone a noi sconosciute. Influenza esterna di utenti in cui ci siamo immedesimati e che non conosceremo mai, magari lontani anni luce dalle nostre personalità, dalle nostre abitudini e dai nostri valori, ma non su quella cosa in comune, non su quel prodotto, non su quella necessità primaria: il rasoio per la testa. Per prodotti così di nicchia talvolta è difficile trovare quel gancio che ci convinca all’acquisto come il marchio conosciuto (Braun, Philips) allora ci dobbiamo fidare di quello che ci dice il commesso del negozio (sconosciuto) o quello che scrivono altre persone (sconosciute) attraverso le loro recensioni sui vari negozi online. E ciò che ci porta alla decisione finale sono l’immedesimazione e l’influenza scaturita dalle parole di queste persone (commessi, utenti). Ciò ci insegna – ancora una volta – che sui prodotti di nicchia l’esperienza vissuta dalle persone prima di noi è molto più influente di chi lo produce, quindi del brand dietro all’oggetto del nostro bisogno. Allora il consiglio spassionato che voglio dare a chi ha prodotti

Una delle cta più sfruttate (male!) sui social è “𝐒𝐜𝐫𝐢𝐯𝐢𝐦𝐢 𝐢𝐧 𝐃𝐌 𝐩𝐞𝐫…” È una chiamata all’azione morta alcuni fa. Nel senso che non smuove più i desideri delle persone fino a fare quella cosa che tu desideri. A meno che… A meno che quella specifica cta non sia preceduta da 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚 che solleva uno specifico problema della tua audience, e seguita dalla 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐞𝐝𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚. Esempio: “Ti sei accorta anche tu che le persone non hanno più la pazienza di guardare e ascoltare video e storie parlate? Se sì, scrivimi in DM la parola AIUTO e ti invierò 5 idee per video e storie non parlate capaci di convertire l’interesse del tuo target!” Questo non è solo un buon metodo per usare la cta “Scrivimi in DM” ma anche 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞𝐚𝐝 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧 e di conseguenza arrivare a proporre il tuo servizio. Provalo almeno 4/5 volte in una decina di giorni e noterai che il tuo tasso di conversione si alzerà 😉

𝐋𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐧𝐬𝐢𝐭𝐚̀. Piccoli passi quotidiani verso il tuo obiettivo sono più potenti di uno sprint improvviso. Parlo in particolare ai brand personali, quelli a cui la sera – a letto, prima di addormentarsi – parte il flusso creativo di pensieri e idee a cui cercano di dare sfogo il giorno seguente, sacrificando spesso la pianificazione. Sono stato “vittima” per tanti anni di quei flussi creativi improvvisi tanto da farmi portare via il sonno. A volte, addirittura, riprendevo in mano il telefono per appuntarmi le cose. Con tutta l’onestà che ho in corpo sento di poter affermare che ciò che mi ha portato sin qui, dopo 12 anni di attività, non sia stato seguire ogni idea che mi passasse per la testa ma 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐪𝐮𝐨𝐭𝐢𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚. Ecco, se devi mettere intensità, mettila nella costanza e perseveranza. In questo modo il tuo brand personale ne gioverà a lungo termine.