Blog / 04.06.2024

Recentemente mi è capitato di fare da 'psicoterapeuta' ai dipendenti di un'azienda per i quali ero stato chiamato a formarli ↓ Quando ho cominciato a parlare di budget e di investimenti pubblicitari mirati a diffondere i valori e il valore del brand, un paio di ragazze mi hanno bloccato e esposto il loro dissenso e la loro preoccupazione verso l'ultima campagna pubblicitaria dell'azienda che sta apparendo su tutti i maxi schermi delle città più importanti del mondo, dopo che alla festa natalizia il Ceo aveva chiaramente detto che "𝘐 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘴𝘪𝘮𝘪 𝘥𝘶𝘦 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘱𝘦𝘴𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘴𝘢𝘳𝘢̀ 𝘶𝘯 𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘥𝘰 𝘵𝘰𝘴𝘵𝘰". Alle ragazze ho innanzitutto spiegato che le spese pubblicitarie non vanno messi alla voce Costi ma alla voce Investimenti. Infatti, qualsiasi organizzazione con un minimo di competenza sa e deve ancor di più prevedere nel momento in cui i prodotti/servizi offerti non hanno raccolto il successo previsto. Non a caso, una delle riflessioni più celebri sulla pubblicità, e che incarnano al meglio il comportamento dell'azienda di cui ti sto parlando, ce la ricorda ogni giorno Henry Ford "𝐂𝐡𝐢 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐚𝐫𝐦𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢, 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐞 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐬𝐬𝐞 𝐥'𝐨𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐚𝐫𝐦𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨". Poi ho detto loro che è umanissimo il pensiero e il comportamento della persona media che, in tempi di crisi, risparmia anziché spendere. Ma che non può esserlo altrettanto per un imprenditore che vive ogni giorno il rischio d'impresa, perché l'unica cosa saggia che può fare per salvaguardare i suo stessi dipendenti, e i suoi interessi, è investire ciò che aveva guadagnato nei momenti migliori. Ed ecco perché io stesso ero lì: facevo parte di quell'investimento mirato. Mi ha fatto un piacere enorme confrontarmi con quei ragazzi, ma soprattutto di averli aiutati a comprendere la visione e la strategia dell'azienda per cui lavorano ogni giorno. Dopo 12 anni posso tranquillamente dire che è la parte che mi piace di più, e che mi restituisce di più. Sempre Evviva! agli investimenti, aziendali o personali che siano....

Blog / 03.06.2024

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐯𝐯𝐢𝐬𝐮𝐭𝐨 𝐚𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥 𝐝𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐞-𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐭𝐚 𝐢𝐯𝐚, 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 Siamo sinceri: quando si è genitori-partita iva, il gap che si crea coi nostri “concorrenti” più giovani - o senza figli - è irrecuperabile. È da lì che iniziano i nostri disagi e malesseri: 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐚/𝐨 a questo mestiere; 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐚𝐝 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐜𝐜𝐢𝐚𝐫𝐦𝐢 a questi trend e a questo nuovo social, mi snaturano; 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐨 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐫𝐞 nuovi contenuti e per formarmi: non riesco ad avere 𝟑 𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞 per lavorare; 𝐥𝐞𝐢 𝐡𝐚 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝟐 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢, lui ha già pubblicato un nuovo videocorso… Ci sono passato anche io, e tuttora ci sono dentro per chi non lo sapesse, perché sono un papà-partita iva con due maschietti di 5 e 8 anni. Lotto con la mia organizzazione ogni giorno per garantirmi spazio e tempo per lavorare e per sviluppare le idee. Dopo 12 anni di partita iva, posso dire di esserne uscito così ↓ 1. due giorni e mezzo a settimana solo per me, in cui creo i miei contenuti, sviluppo le mie idee e mi formo. 2. I restanti 2 giorni e mezzo li dono a chi è in affiancamento con me o alle formazioni in azienda. 3. Per la mia sopravvivenza e benessere mentale, ho dismesso Facebook, Twitter e Telegram, e ho limitato l’utilizzo di TikTok e Instagram (smettendo anche di seguire account che mi mettevano ansia per la loro parvenza di perfezione, pur essendo bravissimi). 4. Come creator, mi sono concentrato solo su LinkedIn (4 post a settimana), Instagram (2 post + 2 set di storie a settimana) e alla mia newsletter (1 a settimana, il venerdì). 5. Ogni mese prendo solo 5 clienti, mentre da giugno a settembre solo 2, dovendo gestire molto di più i bimbi essendo loro a casa da scuola e facendo solo mezza giornata al centro estivo. 6. Ogni venerdì pomeriggio programmo la successiva settimana di lavoro. E ogni giorno prima delle 17/17.30 depenno le mie attività quotidiane e aggiorno - se necessario - quelle del giorno seguente. 7. Ho raggiunto la forza e consapevolezza che non pubblicando nel weekend il mondo non esplode. 8. Ho preso un secondo telefono da utilizzare solo per la famiglia; quello del lavoro lo abbandono sul mobile introno le 18 e lo riprendo il mattino, mentre il sabato e la domenica lo guardo solo per controllare che non mi abbiano scritto i miei studenti e clienti. 9. Se per un giorno non do l’aspirapolvere e non rifaccio i letti al mattino, ho capito che non sono una brutta e sporca persona. 10. Quando è ora di andare a letto e non ho sonno, continuo il libro del momento. E dopo abbraccio Laura. Sopravvivere ai social se si è genitori partita iva 𝐞̀ 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞, si tratta solo di tirar fuori la buona volontà e di darsi una concreta organizzazione. Spero di averti regalato spunti e consigli che stavi ricercando 🫶🏼...

Blog / 28.05.2024

Noi non leggiamo. SCANNERIZZIAMO. Me ne accorgo da ciò che mi scrivono le persone nei loro commenti e messaggi, in risposta ai miei contenuti. Mancano spesso di passaggi importanti, specifiche che all’interno del contenuto c’erano ma che i loro occhi e la loro mente hanno volutamente e automaticamente saltato. Per la frenesia. Per la velocità. Per la paura di non fare in tempo o di perdersi qualcosa di cui qualcuno sicuramente parlerà al lavoro o a scuola domani. Le nostre vite di fatto diventano sempre più frenetiche. E purtroppo piattaforme come TikTok e Instagram non ci stanno sicuramente aiutando a renderle meno stressanti, a causa dei loro algoritmi che puntano principalmente alla nostra dopamina (mostrandoci contenuti sempre più veloci). Questo è il modo con cui oggi scannerizziamo i contenuti: 1️⃣ → 2️⃣ ↓ 3️⃣ → 4️⃣ ↓ 5️⃣ → 6️⃣ ↓ 7️⃣ Dunque, è chiaro che abbiamo una scelta da compiere: o ci adattiamo, o andiamo in controtendenza e continuiamo per la nostra strada. Se decidiamo di adattarci, i consigli sono 4: suddividere i nostri testi in paragrafi di massimo due righe; ad ogni paragrafo inseriamo almeno un bold sulla parola chiave più rilevante; usa infografiche, grafiche, gif e screenshot per far concettualizzare al meglio i nostri messaggi; creare ganci forti nella prima e seconda slide del carosello, o all’apertura dei nostri video e entro i 3 secondi successivi. Se invece decidiamo di non adattarci, dobbiamo sapere 3 cose: il nostro andare controtendenza farà una selezione naturale fra il nostro pubblico, e ciò porterà sicuramente una perdita in termini di follower ma registreremo anche una crescita della nostra community; i nostri contenuti e il nostro profilo è probabile che non si viralizzeranno, ma arriveranno sicuramente a chi ci apprezza e sostiene di più; sentiremo meno pressing, quindi quella sensazione di disagio e di dovere nel “sottostare” a trend e modalità di comunicazione e promozione che non sentiamo nostre. ...

Blog / 24.05.2024

Se da oggi tu smettessi di comunicare, sopravviveresti il prossimo trimestre? La domanda nasce da una riflessione di una mia cliente in consulenza, la seguente: "𝘈𝘭𝘦, 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘢 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘮𝘪𝘦𝘪 𝘤𝘢𝘯𝘢𝘭𝘪, 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘦 𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘰. 𝘚𝘦 𝘮𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘪𝘮𝘢𝘯𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘶𝘯𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪𝘷𝘢 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘢. 𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘢 𝘵𝘳𝘰𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘮𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢?" Oltre a un problema di organizzazione e pianificazione, è chiaro che per la maggior parte dei brand, oggi, 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐬𝐢𝐧𝐨𝐧𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞. E allora ti chiedo: se tu oggi smettessi di comunicare, il tuo personal brand sarebbe così forte da mantenerti per il prossimo trimestre? Se la risposta è no, significa che ad oggi hai considerato le metriche sbagliate. Di fatto, significa che ad oggi 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐟𝐢𝐝𝐮𝐜𝐢𝐚 𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐢𝐝𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ intorno a te e al tuo brand. E stai combattendo nel mercato più folle e letale....

Blog / 23.05.2024

Attrarre persone con la sola finalità di vendita, non ti farà vendere. Ricordi la scena di "Alla ricerca di Nemo", verso la fine, quando tutti i pesci finiti all'interno di una rete da pesca si mettono d'accordo per iniziare a nuotare controcorrente col fine di non farsi pescare? Ecco, quelli siamo noi oggi. 𝐒𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐮𝐢 (ads, funnel e contenuti organici con finalità di vendita). Chi oggi non ha bisogno di vendere sono coloro che hanno sempre dimostrato al proprio pubblico perseveranza, costanza e lungimiranza (impegno). Sono quelle persone che macinano sostenitori investendo il loro tempo stringendo mani e rispondendo a continue domande, mentre tu silenziosamente esci dalla stanza. Sono quelle persone che incessantemente costruiscono la loro fiducia nutrendo le aspettative altrui, donando i loro consigli e la loro esperienza, mentre tu cerchi di costruire il tuo piano editoriale con ChatGPT perché devi risparmiare tempo. Sono quelle persone che non si piegano alle tendenze ma mettono i loro brand (personali o aziendali) al servizio delle persone su pochi ma curati canali. 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐯𝐢 anziché molteplici e programmate offerte di vendita, potremo definire come efficaci i nostri personal brand (o business brand)....

Senza categoria / 22.05.2024

Ci sono 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐫𝐮𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢. Di fatto, ogni giorno milioni di validi contenuti finiscono nell'oblio. Ciò ha portato la maggior parte dei creatori a non credere più nella condivisione e nelle piattaforme, abbandonando i loro piani editoriali a meno di metà strada. La via per la visibilità si è fatta sempre più lunga, impetuosa e trafficata. L'attenzione è ai minimi storici, tanto che nessuno di noi ha più la pazienza di guardare per intero un video che dura più di 7 secondi o di leggere contenuti articolati, soprattutto se 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐢 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐩𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐞𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚̀. Le uniche persone che vengono lette, guardate e ascoltate per intero, quindi che hanno successo, sono quelle che al valore aggiungono l'attenzione alle persone (ascolto attivo, vere connessioni significative). Non mettete solo like alle reaction nelle vostre storie: interessatevi e domandategli "𝘊𝘪𝘢𝘰 𝘓𝘢𝘶𝘳𝘢, 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦! 𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘪?" Non mettete solo like ai post dei vostri collegamenti: leggete con attenzione dimostrandogli il vostro interesse con un commento che porti ulteriore valore al loro operato. Non limitatevi a commentare i post dei vostri collegamenti: dimostrategli che siete interessati alla loro opinione e alla loro persona, e scrivetegli in privato senza finalità di vendita. La maggior parte di noi comunica online e privatamente ma dice che odia la persone. Forse 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫 𝐩𝐫𝐞𝐝𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 in questo periodo storico, soprattutto per chi ha o rappresenta brand....

Senza categoria / 21.05.2024

Credo che la vera leadership nel personal branding non venga dall'avere tutti gli occhi su di sé, ma dall'illuminare gli occhi di chi ci sta ascoltando, guardando e leggendo, con la nostra presenza e attraverso mirati e costanti messaggi. Lavorare sul nostro brand personale è forse il più dispendioso investimento a lungo termine che si possa fare oggi su noi stessi, ma che in futuro ci metterà sempre 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐭𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐚𝐧𝐭𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 in qualsiasi tavolo di trattativa....

Blog / 20.05.2024

Non è un caso che tantissimi esperti di marketing e comunicazione, nell’ultimo anno, abbiano insistito tanto sul tema dell’ascolto. 𝐀𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐭𝐞𝐬𝐢𝐚; 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐚. Più ascolti, più impari sulle esigenze e desideri del tuo pubblico, rendendo la tua comunicazione infinitamente più efficace. “Ascoltare” il tuo interlocutore e la tua rete, dunque, non è una perdita di tempo ma un investimento necessario che nei prossimi mesi peserà sulle performance del tuo brand personale o aziendale....

Blog / 17.05.2024

La tua voce, unica e inconfondibile, è il tuo più grande asset nel personal branding. Non cercare di suonare come qualcun altro; il mondo ha bisogno e sta cercando la tua unicità. Spesso ci scontriamo con modelli di riferimento che ci immobilizzano, anziché stimolarci a trovare la nostra modalità. Con ciò non sto dicendo che non dobbiamo più seguire le nostre stelle polari, ma che se vogliamo divenire anche noi punti di riferimento dovremo sicuramente prendere spunto dal loro percorso ma tracciando contemporaneamente il nostro. Nel tempo ho capito due cose fondamentali: come lo dice lui/lei non è come lo dici tu; le persone che ascoltano lui/lei non saranno le stesse che ascolteranno te. Perché nel momento in cui la tua voce unica e inconfondibile suonerà attraverso il tuo insieme di azioni (personal branding), ci saranno le giuste orecchie ad ascoltarti (personas, target). E di queste ultime, appunto, solo una piccola parte segue il tuo concorrente. È come se le persone si dividessero in tanti piccoli gruppi, e per noi ce ne sia sempre uno dedicato ad aspettarci. Anche in caso di riposizionamento. Lavora sul tuo più grande asset: la tua voce (personal branding)....

Blog / 16.05.2024

Innovazione nel marketing non significa per forza inseguire ogni nuova tendenza, ma trovare modi unici per parlare al cuore del tuo pubblico. E a volte, per mia diretta esperienza, la strategia migliore è stata semplicemente quella di essere più umano. In un contesto sociale, comunicativo e promozionale in cui ogni contenuto oggi dovrebbe essere veloce e formato video, la tua innovazione potrebbe essenzialmente essere quella di andare in controtendenza. Ci avevi mai pensato? Ci hai mai provato?...